FILIPPO D’EDIMBUGO

11 Aprile 2021 - Categoria: Senza categoria

Credo di poter dire di aver avuto un sincera amicizia con Filippo d’Edimburgo. Col primo Presidente del WWF Internazionale ho avuto modo di avere spesso incontri e di ammirare la sua semplicità, il suo humour e le sue battute che molti scambiavano per gaffes.

Il nostro comune passato (era più anziano di me di 13 anni)  di cacciatori pentiti e l’amore per la natura mi consentirono di frequentarlo spesso. Ricordo negli anni 70un’escursione al Parco Nazionale d’Abruzzo dove arrivò con un solo collaboratore e abitò con noi in un Motel Agip che preferì al Grand Hotel dove abitavano i turisti ricchi.

Poi in una lunga salita in montagna dove, miracolosamente, riuscimmo a osservare due orsi marsicani al pascolo che il marito della Regina riprese con una minuscola macchina fotografica.

La sera, a pranzo a Quirinale col Presidente Saragat, gli chiesi di darci una mano per salvare il Parco, allora preda della speculazione, ma senza successo.

Un viaggio all’Oasi WWF di Palo Laziale, invitati dalla principessa Nicoletta Odescalchi, nell’auto Maserati dell’Ambasciata britannica, mi chiese cosa significassero le schioppettate dei cacciatori che risuonavano lungo la via Aurelia. Ne fu indignato.

In un volo nel suo aereo da Roma a Londra, nel quale si metteva sempre alla cloche ai decolli e agli atterraggi, parlavamo di natura e di animali da salvare. In una delle visite al WWF di Roma ci disse che se fosse stato distrutto il Colosseo, disponendo di disegni e rilievi, si sarebbe potuto rifare. Se si fosse estinto il rinoceronte indiano (allora in grave pericolo) nemmeno Dio avrebbe potuto rifarlo.

Nelle riunioni dei presidenti WWF a Buckingham Palace alle quali partecipavo, arrivava sempre puntuale e non tollerava ritardi anche di coloro che fossero dovuti arrivare all’altra parte del mondo.

Nel grande incontro interreligioso organizzato dal WWF ad Assisi nel 1986, cenai con mia moglie Fabrizia al suo tavolo e ci raccontò dei suoi figli e dei problemi che aveva con essi.

E quando ci incontravamo nei ricevimenti dell’Ambasciata inglese a Roma, era sempre molto cordiale con me. Pure quando Grazia Francescato, divenuta dopo di me Presidente del WWF andava in Inghilterra, le chiedeva mie notizie.

La sua scomparsa lascia un grande vuoto nel WWF

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