In tutto il mondo si moltiplicano gli appelli per cercar di rallentare la deforestazione che erode migliaia di ettari al giorno del Polmone Verde del Pianeta. Negli ultimi 50 anni l’Amazzonia ha infatti perso quasi un quinto della sua superficie e della sua meravigliosa biodiversità a vantaggio di campi di soia, pascoli per il bestiame, miniere a cielo aperto, saccheggio di legname.
10.000 anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione, anche l’Italia si presentava come un’unica lunga Amazzonia. Ad esempio la Pianura padana era coperta da selve immense percorse da fiumi che creavano vaste paludi. Roveri e farnie alte fino a 50 metri, tigli e ontani, carpini e olmi, spesso con il piede immerso nell’acqua, su un sottobosco di noccioli, sambuchi, viburni, ligustri e prugnoli dove vagavano tori selvaggi, orsi, lupi, cervi, cinghiali. Piccole tribù di cacciatori raccoglitori popolavano l’universo verde. L’intera popolazione italica si calcola non superasse alle soglie della Rivoluzione neolitica i 60.000 abitanti. Leggi il resto di questo articolo »