Un pianeta usa e getta.
17 Luglio 2013 - Categoria: EcologiaE’ ripartita la corsa verso l’esplorazione del pianeta Marte, in vista di una futura colonizzazione umana.
Il parassita che sta rapidamente devastando il Pianeta Azzurro, l’unico che presenti il miracolo della vita, potrà così tra pochi anni infettare anche il Pianeta Rosso.
“E che ce vo’ ?, dicono gli esperti. In fondo sono solo 566 milioni di chilometri e solo sedici mesi di viaggio: “Che volete che sia? Già oggi gli equipaggi dei sottomarini nucleari trascorrono chiusi periodi più o meno equivalenti.”
“Ma poi volete mettete la gioia di poter posare il piede in un luogo in cui la temperatura media è di 60 gradi sottozero, un’atmosfera per il 95% composta da anidride carbonica (Co2),con una gravità di un terzo di quella terrestre e le continue tempeste e radiazioni solari in un deserto di sabbia e sassi senza una traccia di acqua o di vita vegetale? Un vero sballo!”
Il costo? Una bazzecola: solo mille miliardi di dollari, un po’ più del deficit dell’Italia.
E già file di decerebrati fanno la fila per poter trascorrere una vacanza da marziani. Una coppia si è già prenotata per le ferie del 2018.
“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” diceva il padre Dante.
Così, per superare le ultime Colonne d’Ercole, un’umanità incosciente si prepara a spendere cifre immani. L’obbiettivo? Si tratta, dicono gli esperti, di un investimento sul nostro futuro. Nientemeno che sulla sopravvivenza dell’umanità!
L’idea è che su Marte si possano trovare risorse minerarie essenziali. La nostra fame di materie prime potrebbe finalmente trovare uno sbocco , riuscendo così a liberarci dall’incubo di vivere su un pianeta “finito”, cioè con risorse scarse che a un certo punto si esauriranno. La logica avida e irresponsabile che spinge a saccheggiare le ultime risorse, non solo minerarie, del nostro Pianeta, potrà trovare sfogo su Marte. E già si intravedono carghi spaziali colmi di uranio, platino, oro, diamanti fare la spola tra la Terra e Marte, nutrendo un’umanità che non si rassegna a porsi dei limiti nella sua ingordigia e nella sua dissennata crescita.
D’altra parte l’assalto ai Poli, favorito dallo scioglimento dei ghiacci, per succhiare petrolio, scavare nichel e uranio, e risparmiare sui viaggi per mare sono un modello da esportare ovunque. E la devastazione delle ultime foreste tropicali per coltivare soia, palme da olio e foraggi per il bestiame, il saccheggio degli stock ittici, la cementificazione dei suoli agricoli, lo sperpero delle risorse idriche, l’inquinamento dell’aria respirabile, altro non sono che i tremendi sintomi di una irresponsabile e suicida visione della vita.
Il sogno, sfatato oramai quello delle colonie lunari, rivelatasi una bufala pazzesca, titilla i cervelli di tanti intrepidi personaggi che, del tutto indifferenti ai disastri che le loro idee stanno già adesso inferendo a Madre Terra, vagheggiano fughe in avanti in colonie marziane dove trasferire il surplus della popolazione umana che veleggia serenamente verso gli 11 miliardi di “bocche da sfamare”.
Il vecchio Ugo La Malfa disse un giorno che gli italiani si comportano come un popolo nomade il quale, esauriti i pascoli e le foreste di un territorio, migra verso altri luoghi da sfruttare.
E’ proprio quello che si sta verificando anche a livello globale. Un Pianeta usa e getta o “vuoto a perdere” per una popolazione cieca e ingorda che non accetta limiti e diversi stili di vita.
Buongiorno,
sono perfettamente d’accordo con lei. Leggendo e seguendola in questi anni spesso la sua sensibilità mi ha confortata perchè lei alle parole aggiunge i FATTI.
Mi fa paura che l’uomo possa in futuro rovinare altri luoghi ma oggi nel nostro pianeta azzurro in una regione a lei cara l’Abruzzo ed all’interno di un parco da lei amato e portato avanti esistono delle emergenze che potrebbero essere risolte. Mi riferisco al centro visite di Pescasseroli dove in questo momento un lupo un orso 2 poiane e 2 caprioli non vivono degnamente la loro vita.
Non sono un etologa e neppure una veterinaria ma credo che sia piuttosto evidente a chiunque abbia una minima conoscenza dell’etologia che sistemare un lupo in una gabbia attigua a quella dei capriolo è totalmente contrario a qualsiasi tentativo di rendere accogliente ad un’animale selvatico cacciatore la sua permanenza forzata se pur necessaria. Cacciatori e prede vicini rendono la loro vita davvero difficile!
Il lupo era spaventato, tanta gente che voleva fotografarlo, continuava a girare in tondo sintomo di un forte disagio al punto da aver creato una stradina circolare neppure in uno zoo ho visto tanta sofferenza.
Non mi risulta inoltre, che le poiane siano rapaci notturni allora non mi spiego perché le loro gabbie siano state sistemate in una posizione dove il sole mai arriva .
In generale le gabbie sono piccole e inappropriate uscendo di lì si ha la sensazione di tristezza infinita.
Ho apprezzato il tentavo di isolare l’orso ma era evidente che era spaventata nell’attraversare le 2 gabbie se pur aperte continuava ad avere movimenti spaventati, forse i 2 recinti un tempo erano elettrificati? Per questo aveva paura di passarli?
La pregho con tutto il cuore di prendere in seria considerazione la “ristrutturazione” del centro visita in modo da poter rendere meno stressante la permanenza ad animali nati liberi che si ritrovano costretti a vivere in gabbia.
Sono certa che state pensando a delle situazioni migliorative
In fede
Luana
Caro Fulco,
la visione che propone è fin troppo chiara e preoccupante. Sembra così preponderante questa spinta avida allo sfruttamento, da scavalcare ogni altra visione e valore.
E nel “piccolo” del territorio in cui ognuno vive, se si è sensibili e ad occhi pareti, si assiste al trionfo della stessa logica planetaria. Si trita l’ambiente, si distruggono ecosistemi… Come mai in alto si stilano direttive, capitoli, progetti che poi nell’amministrazione quotidiana vengono disattesi? Non sono solo le grandi scelte nazionali o delle lobbies potenti a infierire, ma anche
la conduzione dell’ordinario.
A proposito…come attivista sul territorio di Marina di Grosseto, in seguito a misure aggressive intraprese verso la nostra splendida pineta litoranea, avrei necessità di contattarla con una mail. E’ possibile?
Grazie, con stima
Antonella
“Cara Luana,
la ringrazio per la sua segnalazione, che dovrebbe però rivolgere alla Direzione del Parco.
Conoscevo bene la situazione dello zoo di Pescasseroli e delle critiche che spesso gli venivano rivolte. La risposta che l’Ente dà è che si tratta di animali salvati da situazioni difficili (feriti, sequestrati, impossibilitati a essere rimessi in libertà) tenuti nelle maniere possibili compatibili con le pesanti difficoltà economiche in cui il Parco si dibatte da sempre.
In tutti i casi, credo che il Direttore, Dario Febbo, saprà risponderle in maniera più adeguata di quanto possa fare io, dato che, per ragioni di salute, da anni non posso più salire al Parco”
Baci e grazie!
Fulco
Grazie, caro Paolo,
per le belle parole e le segnalazioni che ho girato alla sezione regionale del WWF che le risponderà.
Cari saluti
Fulco Pratesi
Marte non possiede vita autoctona. L’unico modo di farcela tornare e’ attraverso il Terraforming, una tecnica ancora non comprovata.
Espandersi verso altri mondi e’ l’unico modo di garantire la sopravvivenza della razza umana e di tutte le altre specie.
gent.mo pratesi, la ringrazio per i suoi scritti e le sue battaglie perche’ reale portavoce di una umanita’piu’ umana. Le scrivo da Palermo. Attualmente sto leggendo il sillabario della biodiversita’. Mi ha catturata il suo lavoro i cavalieri della grande laguna. Nel 2007circa ebbi modo di pubblicare un articolo con una foto da me scattata alla foce del fiume oreto con tre esemplari di cavalieri d italia in una citta’ove nessuno si ferma piu e non si sorprende di meraviglia per tesori cosi preziosi che la natura ancora caparbia cerca di mostrarci. Le scrivo perche’ ho assistito con dolore ad uno scempio contro la natura nella conca d oro vicino ciaculli dove ettari di agrumeti vengono uccisi e tagliati per piantare melenzate e tenerumi a causa della mancanza di ritorno economico con gli agrumeti. Biodiversita’ al capolinea di una stazione senza coscienza. Ho contato piu’ di 20 specie ornitologiche in sito che mi chiedo che sorte li attenda se gli alberi vengono considerati un mancato guadagno…e pensare che per quelli che rimangono aumenteranno i pesticidi perche gli insetti trovano uno spazio arbustivo inferiore e per quanto riguarda gli uccelli nessuno distingue piu’ un falco da un piccolo regolo figurarsi il loro discorrere. Le proprieta’ sono private ma in questi casi non andrebbero tutelate e considerate di pubblico patrimonio? Mio padre mi ha insegnato cio’ che gli ha trasmesso suo padre un contadino piu intelligente di un accademico e cioe’ di piantare un albero ad ogni figlio che nasce. Cosi sono cresciuta con un cedro del libano e i miei gemellini di 9 anni stanno crescendo con un albero di carrubbo. Tagliare gli alberi in un ecosistema cosi prezioso per la biodiversita’ e come tagliare la vita ai nostri figli e ai figli dei nostri figli. Se puo mi scriva alla mia email. Giovanna faraci
Cara Giovanna, comprendo il suo dolore per l’abbattimento degli alberi, ma purtroppo si può fare poco per evitare che i privati taglino gi alberi nel loro terreno. Pensi che intorno a casa mia, a Roma, i vicini in pochi anni hanno ucciso due cedri, una magnolia, dei pini e altre essenze arboree. E la strage di alberi in città per far luogo ai parcheggi delle auto sta desertificando il verde di Roma.
Tenga duro
Baci,
Fulco
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