Rumori odiosi
21 Gennaio 2011 - Categoria: EcomportamentoLa nostra società è sempre più assillata da rumori, quasi sempre odiosi.
Tra i tanti, potrei citare l�orrido ululato delle moto notturne, il rimbombo
di tamburi della musica techno che esce dai finestrini delle automobili,
l�innalzamento dei volumi televisivi quando si trasmettono annunci
pubblicitari, lo spetazzare di minicar, motoslitte e moto d�acqua e molti
altri.Ma per me i più insopportabili (anche per le conseguenze che a essi
producono) sono tre.
Il primo è l’abominevole e aggressivo miagolio delle motoseghe.
Sostituendo il più accettabile e ritmato suono di accette o seghe a mano di
un tempo, esso ci parla di alberi mutilati o, peggio, uccisi, come sta
avvenendo nelle città per la creazione di santuari ipogei ove ricoverare e
adorare il dio automobile.
O, ancor peggio, nelle foreste tropicali ove patriarchi secolari cadono al
suolo tra nuvole di segatura, azzannati dalle motoseghe manovrate da
diboscatori frenetici e inarrestabili.
Il secondo rumore è quello prodotto dalle ruspe.
Caterpillar, pacchere, pale meccaniche, escavatori, comunque le vogliate
chiamare, questi bisonti a testa calda operano divorando boschi e pendici,
devastando prati e promontori, campi coltivati e pascoli per consentire
l�arrivo del cemento e dell�asfalto seppellitore. Ricordo quando, ai tempi
delle aggressioni al parco nazionale d�Abruzzo o alle coste della Sardegna,
il fragore delle ruspe risuonava per valli e colline, promontori e spiagge,
preludio a residences e villette, condomini e multiproprietà, oltraggio
irrimediabile a luoghi un tempo incantati.
Infine, le schioppettate.
Ancor oggi, pur se ridotte nel numero e nei periodi, le schioppettate
annunciano la morte violenta di tante creature.
Soprattutto nei giorni di apertura della caccia, lo stolido e spaventoso
tambureggiare dei colpi di fucile (molti dei quali, c’è da giurarci, rivolti
a uccellini spesso anche appartenenti a specie protette) rende intollerabile
lo stare in campagna e impossibile il birdwatching. Stormi di sopravvissuti
si accalcano nelle aree protette mentre tutt�attorno infuria la fucileria di
centinaia di migliaia di assatanati e repressi tartarini contro innocenti e
inconsapevoli prede.
Queste le mie acustiche idiosincrasie. Ma sicuramente chi segue queste
esternazioni saprà segnalarmene altre non meno odiose e dannose.
Caro Fulco
come non condividere i tuoi post ed immedesimarsi nei tuoi pensieri. In epoca in cui gli ideali vacillano ed anche l’ambientalismo è offuscato da personnaggi non sempre all’altezza, tu rappresenti una pietra miliare.
Con stima