Lettera aperta agli agricoltori (e ai loro dirigenti)

6 Settembre 2009 - Categoria: Ambiente

Non c’è dubbio che nei prossimi anni (anche in vista di una riduzione, nel 2013, degli aiuti della Politica Agricola Comunitaria per far fronte alle giuste richieste dei Paesi più poveri) i redditi agricoli caleranno di molto. E, soprattutto per le agricolture cosiddette “marginali”, situate in luoghi collinari o montuosi, si comincia a parlare di “multifunzionalità”. Questo significa che agriturismo, fattorie didattiche, produzioni di nicchia, ecoturismo, ospitalità rurale potrebbero integrare redditi i quali – vuoi per i cambiamenti climatici in atto, vuoi per l’aumento dei costi di produzione e la rigidità (se non il calo) dei prezzi di vendita – presentano una forte volatilità.
Date queste premesse, torna alla ribalta  una battaglia che gli ambientalisti perseguono dagli anni ’70 dello scorso secolo: quello relativo all’articolo 842 del Codice Civile. La norma, per intendersi, che autorizza solo ed unicamente i cacciatori armati ad entrare nei terreni privati per esercitare la loro attività
Questo articolo, inserito nel Codice nel 1942 in piena Guerra Mondiale per favorire la preparazione bellica degli italiani,  non trova riscontro in alcuna altra nazione del mondo, neppure in Francia, ove la pressione venatoria non è minore della nostra..
Ciò vuol dire che solo in Italia (oltretutto Paese dotato della maggior biodiversità di tutta Europa) il divieto di accesso nei fondi privati vale per tutti (fotografi, pittori, escursionisti, perfino pescatori) tranne che per coloro che imbracciano un’arma.
Tornando al ragionamento di partenza legato alla multifunzionalità, la possibilità di poter trarre dei guadagni dalla caccia – come avviene in molti Paesi in cui proprietà agricole o pascolive particolarmente svantaggiate si sostengono solo grazie ai pedaggi pagati dai cacciatori – darebbe un buon aiuto in vista del probabile calo dei contributi comunitari.
Una volta restituito ai proprietari e ai conduttori dei fondi il diritto di impedire o no l’accesso ai cacciatori, vi sarebbero due possibilità. Coloro che amano la natura e la fauna godrebbero finalmente della loro presenza senza l’obbligo di costose recinzioni o decreti di difficile acquisizione. Chi invece non considera negativa la presenza dei cacciatori nel proprio fondo potrà seguire due strade. O lasciare a essi il libero accesso o, al contrario, concederlo dietro un compenso. Compenso che oltre ad impinguare i magri redditi agricoli, stimolerebbe i proprietari a conservare un ambiente naturale favorevole alla fauna rendendolo così più appetibile per l’uso venatorio e più ricco in biodiversità.
Con queste premesse appare  particolarmente assurdo che le Associazioni Agricole, dalla Confagricoltura alla Coldiretti alla CIA, non si siano mai adoperate (a differenza degli ambientalisti) per far abrogare questo anticostituzionale articolo del Codice.
Crediamo che questa loro posizione, favorevole ai soli cacciatori e assolutamente ingiusta per gli agricoltori, rappresenti un vero tradimento verso coloro che dai sindacati di categoria si aspetterebbero un seria difesa dei loro inalienabili diritti.

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10 Responses to “Lettera aperta agli agricoltori (e ai loro dirigenti)”

  1. Fabio ha detto:

    Fulco, la tua è l’unica proposta sensata. Ma vedrai, diranno che vuoi trasformare la caccia da attività popolare in attività elitaria, giacchè solo i ricchi potrebbero permettersi di cacciare, pagando, nelle riserve e nei terreni privati… Non fermarti!

  2. Sandro ha detto:

    Bella proposta, condivido poi il pensiero di Fabio e mi chiedo….perchè non fare una bella raccolta firme come WWF? 🙂

  3. Paolo ha detto:

    Salve, seguo attentamente i consigli di Fulco, che trovo sempre intelligenti e particolarmente utili. Oltre a questo cerco anche di sensibilizzare la gente, ma, escludendo familiari e qualche amico, è maledettamente difficile: vivendo in una vallata della provincia di Brescia, a stragrande maggioranza leghista, e con molti cacciatori, mi è capitato spesso di ricevere anche insulti e, in qualche caso, pure delle minacce. Temo che la sensibilità ambientale degli Italiani sia una delle più basse al mondo. Nonostante ciò, mai demordere: facciamo tutti il nostro possibile per salvare l’ecosistema terrestre; quantomeno, anche se saremo in pochi, potremo sapere di aver fatto il possibile.
    Ciao

  4. mario ha detto:

    Bella proposta, sono proprietario terriero e sono stanco di quelle persone che d’estate fanno footing sulle mie strade di campgna, e che vengono al fiume per prendere il sole, in qusto modo li posso cacciare e se proprio volgiono venire PAGANO.

  5. alex ha detto:

    proposta di ineccepibile saggezza ed, oso ribadire, chiara legittimita’ costituzionale. E’giunta l’ora di far prevalere i principi di costituzionalita’avverso “leggi” obsolete che tali principi mortificano, sovvertono! bisogna assolutamente perseguire ogni via giuridica , sociale, politica per ottenere al piu’ presto l’abrogazione dell’articolo 842 codice civile!

  6. adelmo ha detto:

    bravo mario facciamo pagare anche quelli a cavallo e in bicicletta che mi recano tantissimi danni alla mia tenuta

  7. adelmo ha detto:

    caro fulvio oltre ai cacciatori sarebbe ora che nei fondi altrui non andasse più nessuno perche se i cacciatori li vedo di rado, gente a cavallo o in bici a piedi con cani sempre squinzagliati tutto il tempo dell anno a molestare la selvaggina li vedo nel mio terreno tutti i giorni e vedo anche i danni che fanno e nessuna organizzazione ambientalista mi a mai risarcito aboliamo la 842 così potrò cacciare dalla mia proprietà anche questa categoria di personaggi o almeno li farò pagare il passaggio. vediamo se siete corraggiosi di lasciare questo mio scritto o se pensate che noi contadini siamo solo creduloni da farsi convincere dalle tue chiacchere, ci aiuti in maniera più seria un cordiale saluto.

  8. Anna Passi ha detto:

    Buongiorno,

    un importante emendamento relativo alla caccia in prossimità di aree interessate dal turismo, dalla fruizione dell’ambiente e da attività antropiche verrà portato alla votazione al Consiglio Regionale delle Marche dal consigliere dei Verdi Adriano Cardogna tra circa un mese.

    Lo ritengo un utile passo avanti e, nella speranza che venga approvato, vi prego di inviare subito voi stessi una e-mail (con copia a me in modo che possa avere un dossier con tutte le richieste inviate) a tutti i consiglieri regionali ed invitare associazioni o strutture ricettive di vostra conoscenza a farlo.

    Sono a vostra disposizione per ulteriori informazioni e vi invio cordiali saluti

    Anna Passi
    http://www.relaisvillagiulia.com

    Indirizzi:
    [email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected];[email protected]; [email protected]

    Oggetto: modifica l.r. n. 7/1995 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria”

    Testo: La proposta di modifica alla l.r. n. 7/1995 vieta l’esercizio dell’attività venatoria a distanza inferiore di 500 metri da centri dove si svolgono attività di interesse economico o sociale legate al turismo e alla fruizione dell’ambiente, e consente la facoltà di istituire aree di rispetto in prossimità di lughi di culto, nuclei abitativi, aree interessate da attività antropiche non necessariamente economiche come piste ciclabili, sentieri, precorsi vita, aree attrezzate o altro ove viene vietata la sola caccia al cinghiale a squadre.
    L’istituzione delle aree di rispetto avviene dietro richiesta motivata alla Provincia da parte degli interessati.

    Questa modifica porterà un grande sollievo agli interessati che durande la stagione venatoria subiscono notevoli danni, anche economici, disturbo e pericolo di incolumità fisica, e non si pone in contrapposizione, ma salvaguarda la caccia creando delle isole di rispetto. E’ oltretutto una norma innovativa in quanto non risulta che vi sia nulla del genere in altre regioni di Italia, nonostante i tempi siamo abbondantemente maturi.

    Vi invito a sostenerla.

  9. massimiliano ha detto:

    sono il proprietario di un terreno situato nel comune di monopoli (ba) in una zona precollinare e boschiva. Trovo la proposta avanzata più che giusta, anche se in realtà preferirei una abolizione totale della caccia. Questa mia avversiaone deriva dalla constatazione del profondo degrado all’ambiente che i cacciatori determinano. Parlando del mio caso specifico, il mio terreno è pressocchè disseminato di cartucce non raccolte dopo il loro utilizzo ed, anzi, qualche giorno fa vi ho rinvenuto una busta contenente una grande quantità di cartucce esplose ed abbondonata lì. Per di più i cacciatori stanno completamente rovinando i terrazzamenti creati con i muri a secco nei secoli precedenti, creando per sè sedili o zone in cui accendere la brace, e distruggendo un vero e proprio patrimonio culturale, agricolo e pastorale, della zona. Tale incuria dei cacciatori non fa altro che aggravare in termini di costi e dispendio di energia la gestione di un fondo già difficile, in quanto situato appunto in zona precollinare, caratterizzato dalla presenza di grosse pietre e ricoperto per quasi tutta la sua estensione da fitta macchia mediterranea.
    Perciò se proprio vogliono cacciare devono pagare “un pedaggio” a copertura di tutti i danni che creano sia al proprietario del terreno che all’intera collettività.
    Sarei grato a chiunque sia in grado di indicarmi la normativa vigente relativa agli obblighi dei cacciatore nei fondi (tipo appunto la raccolta delle cartucce) e le relative sanzioni, nonchè se esiste la possibilità di presentare esposti alla forestale scrivendomi a
    [email protected]
    Grazie.

  10. massucci mario ha detto:

    come mai non sono perseguiti legalmente nel momento in cui disperdono deliberatamente nell’ambiente sostanze velenose e cancerogene quale il piombo dei pallini ed i residui di combustione della polvere da sparo, senza essere obbligati alla bonifica ambientale del sito ? la legge non prevede la modesta entità dell’inquinamento dalla singola cartuccia, bensì sanziona il deliberato danno ambientale prodotto . per assurdo, il coltivatore del fondo si vedrà costretto a bonificare il suolo contaminato dal piombo delle cartucce del cacciatore –
    altro argomento . il 1 gennaio 2011, alle ore 7.10, due maleducati cacciatori mi hanno svegliato con le loro grida ed i latrati dei loro cani – non immaginavo inizio dell’anno peggiore . dovremmo andare sotto la finestra del casa del cacciatore, alle 6.30 di mattina, a protestare – chissà se allora arrivano i carabbinieri ?

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